IL CANTO DEL GALLO

Articolo naturalistico

Articolo pubblicato sul mensile KONRAD nel giugno 2008

IL CANTO DEL GALLO

Nelle fredde ore che precedono l'alba nella primavera alpina,il canto ancestrale del gallo forcello si diffonde tra le montagne. E' la stagione degli amori e nelle “arene di canto”,al limite superiore della vegetazione arborea, i maschi si scontrano in rituali e cruenti combattimenti per assicurarsi la conquista delle femmine ed il diritto di tramandare il proprio patrimonio genetico.
Il gallo forcello (Tetrao tetrix), caratterizzato dall'inconfondibile coda a forma di lira, è un relitto dell'era glaciale che vive sulle Alpi, isolato da millenni dalle popolazioni nord europee. Negli ultimi decenni, nel territorio montano del Friuli Venezia Giulia, la popolazione di questo elegante e focoso tetraonide risulta in forte contrazione. Le cause sono molteplici e principalmente legate alla progressiva riduzione dell'habitat in seguito all'avanzata del bosco dovuta all'abbandono del pascolo in quota e all'espandersi delle strutture legate al turismo invernale. Inoltre, il cambiamento climatico in atto con le ridotte precipitazioni nevose invernali e le prolungate piogge primaverili condiziona fortemente il suo successo riproduttivo. Tra i problemi ancora aperti rimane la caccia al forcello che per quanto fortemente radicata nella tradizione venatoria alpina è oramai vietata nelle arene di canto primaverili e lo stesso abbattimento autunnale diventa anno dopo anno tecnicamente più insostenibile. Pensiamo a lui durante le nostre escursioni alpine quando oltrepassato il lariceto entriamo nelle praterie d'altitudine e non dimentichiamo che la sua stessa sopravvivenza sulle Alpi è indissolubilmente legata alla “nostra” capacità di gestire il territorio nel rispetto della natura e dei suoi delicati equilibri. Conserviamo la speranza che il canto d'amore del gallo forcello continui a riempire i silenzi delle albe alpine anche nelle prossime primavere.

Roberto Valenti